2314. Abbondare con la frutta. E’ uso comune nel popolo d’Israel, abbondare nel mangiare frutta. Così è l’uso degli ashkenaziti[1] e di molti sefarditi[2].
‘Adah. Rabbenu Ya’aqov Raqqach ז"ל, grande Chakham tripolino, ha pubblicato un’edizione di “Perì ‘Etz Hadar” in cui dedica ampio spazio al consumo della frutta durante Tu BiShvat.
2315. Attenzione! A Tu BiShvat c'è la possibilità di espiare tutti i peccati relativi alle berakhot dell'anno. Come? Stando attenti a recitarle nel modo migliore possibile e studiando le norme che le riguardano[3]. Chiaramente si ponga attenzione a non recitare berakhot quando non necessario, altrimenti si rischia di entrare in problemi di “Berakhàh SheEnàh Tzerikhàh” ~ “Benedizione non necessaria”, divieto in cui si inciampa in particolare durante Shabbat con l’intenzione di completare le cento Berakhot[4] che ogni ebreo è tenuto a recitare quotidianamente [5].
L’uso di mangiare
frutta durante Tu BiShvat recitandovi la Berakhàh con attenzione è antichissimo, documentato da secoli. Lo Shevet Mussar[6] riporta
il testamento (Tzavaàh) spirituale del Tannà[7]
Rabbenu Eli’ezer HaGadol, conosciuto anche come Rabbì Eli’ezer Ben
Horqenos, che ha consegnato al figlio Horqenos, in cui gli ha
prescritto di porre attenzione a numerose questioni. Tra i punti che cita lo Shevet
Mussar troviamo questo:
בני, הוי זהיר לברך על הפירות
בט"ו בשבט, שמנהג ותיקין הוא
“Figlio Mio, stai attento a recitare la Berakhàh
sui frutti a Tu BiShvat, perché è un Minhag Vatiqin[8]”
2316.
Sette frutti di Eretz Israel.
E’ opportuno che tra la frutta che si consuma siano presenti prodotti su cui è
stata lodata Eretz Israel, quindi olive, datteri, uva, fichi e melograni[9].
Risposta. La Toràh, nella Parashàh di[AA3]
‘Eqev[10], elenca parte delle
lodi di Eretz Israel[11]. Tra queste
descrive i[R.B.4] frutti principali prodotti da questa
fantastica terra. Il versetto dice così:
אֶ֤רֶץ חִטָּה֙ וּשְׂעֹרָ֔ה וְגֶ֥פֶן וּתְאֵנָ֖ה וְרִמּ֑וֹן
אֶֽרֶץ-זֵ֥ית שֶׁ֖מֶן וּדְבָֽשׁ:
La terra [che produce] grano, orzo, uva, fico e melograno, una
terra [che produce] di olive da olio e nettare di dattero.
Da questo versetto i Chakhamim ז"ל derivano che c’è un ordine nel recitare le Berakhot:
quanto più un prodotto è nominato vicino
alla parola “Eretz” ~ terra, quanto più ha la precedenza. Se si hanno
due elementi che si trovano accanto al termine si dà la precedenza al prodotto
accanto al primo “Eretz” e poi si recita la Berakhàh sul secondo.
Quindi l’ordine è (1) grano, (2) orzo, (3) olive, (4) datteri, (5) uva, (6)
fico e (7) melograno.
C’è un ulteriore metodo che è possibile utilizzare per sapere su
quale frutto recitare prima la Berakhàh (almeno per gli ultimi cinque) :
l’oliva ha un solo nocciolo – piccolo. Il dattero
lo segue perché ha un nocciolo, ma più grande. L’uva può avere tanti
piccoli “noccioli”, il fico ne ha tantissimi e il melograno
è interamente composto da tantissimi arilli (i pezzettini rossi che lo
compongono).
[3]
Vedi Perì ‘Etz Hadar (pag. 23:).
[4]
Vedi Perì ‘Etz Hadar (pag. 23:). Vedi inoltre Shulchan ‘arukh Orach Chajim
290:1.
[5]
Cento Berakhot Quotidiane. Sull’obbligo di recitare
[6]
Shevet Mussar (cap. 16), citato nel Ta’amè HaMinhaghim 866:12.
[7]
Tannà. Maestro dell’epoca della Mishnàh.
[8]
Minhag Vatiqin. Un uso di chi pone attenzione a comportarsi al meglio (vedi Rashì ז"ל su
Berakhot 26.).
[9]
vedi Maamar Mordekhai 61:4, vedi anche
Chazon ‘Ovadiàh Tu BiShvat 4:3.
[10]
Devarim 8:8.
[11]
Ulteriori lodi di Eretz Israel, vedi fine dell’ultimo capitolo di
Ghemarà di Massekhet Ketubbot?.
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