Immagino che leggendo il titolo, molti abbiano pensato - a questi ha dato di volta il cervello! Un blog che tratta di Toràh, incita ad evitare la religione?
Altri avranno pensato: ma cosa pensano di fare con questi titoli scandalistici?
Vediamo assieme quanto c'è di vero nel nostro titolo:
La religione è definita come “complesso di credenze, comportamenti, atti rituali e culturali, mediante cui un gruppo umano esprime un rapporto con il sacro” [Wikipedia.it aggiornato al 23 dic '10], ma la Toràh non è questo!
Cominciamo dalla fine:
Altri avranno pensato: ma cosa pensano di fare con questi titoli scandalistici?
Vediamo assieme quanto c'è di vero nel nostro titolo:
La religione è definita come “complesso di credenze, comportamenti, atti rituali e culturali, mediante cui un gruppo umano esprime un rapporto con il sacro” [Wikipedia.it aggiornato al 23 dic '10], ma la Toràh non è questo!
Cominciamo dalla fine:
Il Rapporto con il sacro
Nell'applicazione della Toràh il rapporto non è solo con il sacro, ma anche con il profano. Attraverso l'applicazione della Toràh HaQedoshàh abbiamo la possibilità di elevare tutto ciò che ci circonda.
In base alla Toràh HaQedoshàh non solo Tefillot ~ preghiere e studio sono considerati mezzi per elevarsi, ma ogni singola azione, persino se agli occhi della persona possono sembrare cose banali e di tutti i giorni.
Per intenderci, vediamo alcuni esempi:
La prima מצוה Mizvàh ~ precetto di cui parla la Toràh HaQedoshàh è il prolificare. Cosa che in altri ambienti è considerata ben lontana dalla santità, ebraicamente è considerata una cosa molto elevata, con tutti gli atti che lo circondano. Il Rapporto tra marito e moglie è una cosa elevatissima, che permette di salire livelli di קדושה Qedushàh ~ santità, a condizione che sia fatto in modo adeguato, in base alle norme di Halakhàh, con pudicizia e attenzione al rispetto reciproco.
Altro momento di elevazione spirituale è il pasto. Il mangiare, recitando la ברכה Berakhàh ~ benedizione prima e dopo aver mangiato per ringraziare HaQadosh Barukh Hù per ciò che ci ha dato. [Per capire quando va detta la Berakhàh finale - cfr. articolo sulla questione.] Il tavolo su cui si mangia è considerato un מזבח Mizbeach ~ altare (Chaghigàh 27 'amud alef) e ciò che si mangia come sacrifici (cfr. Avot cap. 4); poi si può decidere se recitare un Devar Toràh, trasformando il tutto in "sacrifici" ben voluti dinnanzi ad HaQadosh Barukh Hù, oppure non farlo e trasformare il tutto in "sacrifici idolatri".
Anche quando si lavora ci si può innalzare spiritualmente. Se si sta attenti alle Halakhot relative (cfr. Shulchan 'Arukh Orach Chajim 156) e si applica con l'אמונה Emunàh ~ Fede che gli dice che non serve applicare determinati atteggiamenti poco onesti, poichè tutto viene da HaQadosh Barukh Hù, si eleva sempre più.
Tutti i momenti che sono considerati "bassi spiritualmente" (se non nulli o opposti) da molti ambienti estranei al mondo della Toràh sono anzi considerati "trampolini" per elevarsi, in cui è importante stare attenti al Focus - Servire HaQadosh Barukh Hù.
E così è possibile elevare ogni singola azione, dall'alzarsi al mattino fino all'andare a dormire, senza contare il dormire stesso. Infatti quando una persona dorme al fine di avere energie per Servire il Signore sta compiendo una mizwàh
In base alla Toràh HaQedoshàh non solo Tefillot ~ preghiere e studio sono considerati mezzi per elevarsi, ma ogni singola azione, persino se agli occhi della persona possono sembrare cose banali e di tutti i giorni.
Per intenderci, vediamo alcuni esempi:
La prima מצוה Mizvàh ~ precetto di cui parla la Toràh HaQedoshàh è il prolificare. Cosa che in altri ambienti è considerata ben lontana dalla santità, ebraicamente è considerata una cosa molto elevata, con tutti gli atti che lo circondano. Il Rapporto tra marito e moglie è una cosa elevatissima, che permette di salire livelli di קדושה Qedushàh ~ santità, a condizione che sia fatto in modo adeguato, in base alle norme di Halakhàh, con pudicizia e attenzione al rispetto reciproco.
Altro momento di elevazione spirituale è il pasto. Il mangiare, recitando la ברכה Berakhàh ~ benedizione prima e dopo aver mangiato per ringraziare HaQadosh Barukh Hù per ciò che ci ha dato. [Per capire quando va detta la Berakhàh finale - cfr. articolo sulla questione.] Il tavolo su cui si mangia è considerato un מזבח Mizbeach ~ altare (Chaghigàh 27 'amud alef) e ciò che si mangia come sacrifici (cfr. Avot cap. 4); poi si può decidere se recitare un Devar Toràh, trasformando il tutto in "sacrifici" ben voluti dinnanzi ad HaQadosh Barukh Hù, oppure non farlo e trasformare il tutto in "sacrifici idolatri".
Anche quando si lavora ci si può innalzare spiritualmente. Se si sta attenti alle Halakhot relative (cfr. Shulchan 'Arukh Orach Chajim 156) e si applica con l'אמונה Emunàh ~ Fede che gli dice che non serve applicare determinati atteggiamenti poco onesti, poichè tutto viene da HaQadosh Barukh Hù, si eleva sempre più.
Tutti i momenti che sono considerati "bassi spiritualmente" (se non nulli o opposti) da molti ambienti estranei al mondo della Toràh sono anzi considerati "trampolini" per elevarsi, in cui è importante stare attenti al Focus - Servire HaQadosh Barukh Hù.
E così è possibile elevare ogni singola azione, dall'alzarsi al mattino fino all'andare a dormire, senza contare il dormire stesso. Infatti quando una persona dorme al fine di avere energie per Servire il Signore sta compiendo una mizwàh
Tempi Determinati
L'applicazione della Toràh HaQedoshàh, a differenza di una religione, non è destinata a tempi determinati, ma ad ogni istante della vita. Ogni atto quotidiano, dal mangiare e bere all’allacciarsi le scarpe, dal fare la doccia al cucinare, dal lavorare all’occuparsi della propria casa, può divenire una mizwàh, un’applicazione della Toràh HaQedoshàh, un modo per elevare le proprie azioni ad un altro livello.
Quindi...
In base a tutto ciò che abbiamo visto, non è possibile definire l'applicazione della Toràh HaQedoshàh come religione. Non rientra in alcuno degli aspetti della definizione di religione!
Ogni singolo istante si può vivere secondo la Toràh o non farlo.
E in quanto stile di vita può essere adottato e osservato o meno.
Ma non deve essere assolutamente essere definito in modo differente da ciò che è, poiché una definizione scorretta può essere fuorviante.
Non appartenere alla religione...
Inoltre, se definita come religione, viene implicata la possibilità di non appartenere alla religione – qui non è possibile, perché tutta l’umanità è tenuta ad osservare la Toràh, poiché Comandamento Divino, solo abbiamo distinzioni tra livelli di applicazione a seconda della persona di cui si parla: gli ebrei con tutte le Mizvot e gli altri popoli con le 7 Mizvot dei Benè Noach.
La Toràh non prevede “l’infedele” cioè colui che non appartiene alla religione, poiché non prevede il concetto di religione.
Prevede invece colui che non osserva, al quale bisogna relazionarsi applicando delle norme particolari, come ad esempio il caso dell’עכו"ם ‘Acum, acronimo di עובד כוכבים ומזלות ‘Oved Kokhavim uMazalot ~ Servitore di Stelle e Costellazioni, cioè colui che applica un culto estraneo a quello del Servizio Divino.
E' scorretto quindi parlare di persone "religiose" o di "non religiose" - ma è necessario parlare di "osservanti" e "non osservanti".
Visto che la Toràh è uno stile di vita, la scelta è solo se applicarla o meno!
Quindi...
In base a tutto ciò che abbiamo visto, non è possibile definire l'applicazione della Toràh HaQedoshàh come religione. Non rientra in alcuno degli aspetti della definizione di religione!
Se non è una religione – è qualcos'altro!
Cosa?
Una sola definizione: uno stile di vita!
Ogni singolo istante si può vivere secondo la Toràh o non farlo.
E in quanto stile di vita può essere adottato e osservato o meno.
Ma non deve essere assolutamente essere definito in modo differente da ciò che è, poiché una definizione scorretta può essere fuorviante.
Non appartenere alla religione...
Inoltre, se definita come religione, viene implicata la possibilità di non appartenere alla religione – qui non è possibile, perché tutta l’umanità è tenuta ad osservare la Toràh, poiché Comandamento Divino, solo abbiamo distinzioni tra livelli di applicazione a seconda della persona di cui si parla: gli ebrei con tutte le Mizvot e gli altri popoli con le 7 Mizvot dei Benè Noach.
La Toràh non prevede “l’infedele” cioè colui che non appartiene alla religione, poiché non prevede il concetto di religione.
Prevede invece colui che non osserva, al quale bisogna relazionarsi applicando delle norme particolari, come ad esempio il caso dell’עכו"ם ‘Acum, acronimo di עובד כוכבים ומזלות ‘Oved Kokhavim uMazalot ~ Servitore di Stelle e Costellazioni, cioè colui che applica un culto estraneo a quello del Servizio Divino.
E' scorretto quindi parlare di persone "religiose" o di "non religiose" - ma è necessario parlare di "osservanti" e "non osservanti".
Visto che la Toràh è uno stile di vita, la scelta è solo se applicarla o meno!
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