Halakhot adattate dall'appendice del libro "Le Torture di Rabbì 'Aqiva e i suoi compagni" dedicato alle norme del 9 di Av posticipato.
2480.
Donne incinte e
allattanti. Solitamente le donne incinte e allattanti (in salute B”H) sono
tenute a digiunare durante il digiuno di Tish’ah BeAv[1]. Solo
quando il digiuno è posticipato (come nel 5775, 5776, 5778, 5779 e 5882) ci
sono alcuni Poseqim che facilitano, come Chakham ‘Ovadiàh Yosef זצ"ל[2]. D’altra parte c’è anche chi considera
questa tipologia alla stregua di ogni altro anno[3]. Pertanto la cosa migliore è unirsi in parte al digiuno (per parte della sera di Motzaè Shabbat), e bere o mangiare più tardi DOPO AVER RECITATO la Havdalàh.
In ogni
caso anche chi facilita permettendo a questa categoria di persone di mangiare,
dice di evitare di consumare “prelibatezze”, ma di mangiare solo lo stretto
necessario per la salute del bambino e/o della madre.
2481.
Chi è considerata
incinta? E’ considerata “donna incinta” una donna in stato interessante a
partire dal termine del 3° mese di gestazione e non prima, anche se sa già del
suo stato. In ogni caso, anche prima del termine del 3° mese di gestazione, se
soffre di nausee, vomito e simili, o se si è molto indebolita, non è
considerata meno di un “cholè Sheen Bò Sakkanàh” ~ “Malato che non è in
condizione di pericolo” per cui è esente dal digiuno [vedi precedentemente halakhàh [AA1] 3].
[4]
2482.
Chi è considerata
allattante? E’ considerata “donna allattante” una donna solo nel periodo in
cui allatta effettivamente, ed è esente dal digiuno in quanto il latte è
necessario al bambino. Nel caso però abbia interrotto l’allattamento, è tenuta
a digiunare, persino
nei primi due anni di vita del bambino[AA2] .[5] D’altra
parte se si trova ad essere molto debole anche se ha smesso di allattare,
digiuni solo alcune ore a seconda di quanto riesce.[6]
2483.
Partoriente. Una
partoriente è esente dal digiuno entro i primi 30 giorni dal parto, essendo considerata
“cholè Sheen Bò Sakkanàh” ~ “Malato che non è in condizione di pericolo”
(vedi precedentemente halakhàh[AA3]
3).[7] I trenta
giorni vanno calcolati da 24 ore dal parto[AA4] [8]. Nel caso
però i trenta giorni si concludano il nove di Av, in un anno in cui il
digiuno viene posticipato, è tenuta a digiunare [se allatta – vedi halakhàh
precedente[AA5] ] [9][AA6] .
2484.
Aborto ל"ע. Una donna
che abbia abortito ח"ו
un feto di oltre 40 giorni dal concepimento, segue tutte le norme di una donna
che ha partorito, quindi i primi 30 giorni dall’aborto ל"ע è esente dal digiuno.[10]
2485.
Sospetto di aborto ל"ע. Una donna
su cui c’è il sospetto che il digiuno di Tish’ah BeAv possa provocarle
un aborto ל"ע,
ad esempio perché le è già capitato di abortire ל"ע due volte e i dottori le dicono che per
questo dovrebbe evitare di digiunare, le è permesso mangiare durante Tish’ah
BeAv[11].
Similmente nel caso il medico ha forti sospetti su un rischio eventuale per la
donna specifica, è possibile che la donna sia esente dal digiuno, ma è
necessario illustrare la questione dinnanzi a un Morèh Horaàh[AA7] [12][AA8] .
[2] Chazon ‘Ovadiàh Ta’aniot 60(-62):4(:5).
[3] Shut Or Letzion 3:29:3.
[7] כ"כ Shulchan ‘arukh Orach Chajim 554:6, vedi Chazon
‘Ovadiàh Ta’aniot 288:5, Shut Or Letzion 3:29:4(:4).
[8] כ"כ Chazon ‘Ovadiàh Ta’aniot 287-288 ודע, che specifica che si
tratta dell’orario del parto e non di quando ha cominciato il travaglio.
[10] כ"כ il Chakham italiano Gur Arièh HaLevi (Orach Chajim
330) che viene riportato dal famoso Chakham ferrarese Rabbenu Itzchaq Lampronti
ז"ל nel suo Paçhad Itzchaq (יולדת ודיני'ה
ביוה"כ) e a sua volta dallo Sedè çhemed (Yom HaKippurim 3:fine 1 ודע); Beur Halakhàh 617:4
יולדת, Chazon ‘Ovadiàh Ta’aniot 288:4, Shut Or Letzion 3:29:4. Vedi
ulteriormente Shut Yabbi’a Omer 7:53:8.
[12] Vedi Chazon ‘Ovadiàh Ta’aniot 288:4:4 אשה a nome dell’Halikhot
Shelomòh (pag. 81, Devar Halakhàh 3).
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