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Perdere un Gadol HaDor
Il Maharam Mintz[1] ז"ל illustra che un vero
Gadol HaDor è solo chi è considerato come tale dalla maggior parte del Popolo
Ebraico e non chi ci si autoproclama. Qui ci troviamo davanti a un Talmid
Chakham a livelli eccezionali che sicuramente era considerato da tutti un Gadol
HaDor inconcepibile. Dopo aver ricevuto domande in merito, vediamo alcuni
principi per illustrare come comportarsi in seguito alla sua scomparsa.
Qeri’àh ~
strappo[2]
Lo Shulchan ‘arukh[3] sancisce:
“Su un Chakham e su un Talmid Chakham a cui gli si chiede una halakhàh su
qualsiasi casistica e sa rispondere, si effettua la Qeri’àh ~ strappo – persino
dopo la sepoltura, quando si sente della sua dipartita entro trenta giorni (dalla
sepoltura). Si effettua la Qeri’àh quando si sentono gli Hespedim ~ discorsi funebri. Si effettua la Qeri’àh fino al punto di
mostrare il cuore, ma l’uso in ogni luogo è di strappare un tefaçh (8-10 cm)
anche se ci sono vari livelli tra talmidè Chakhamim. Il Ramà ז"ל aggiunge che c’è chi sostiene che non si effettua la Qeri’àh se
non sul proprio maestro o se si conoscono i suoi çhiddushim, pertanto si usa
facilitare nella maggior parte dei casi. Ciò nonostante, sicuramente è
perlomeno idoneo (se non obbligatorio) effettuare la Qeri’àh su un Gadol HaDor.
È quindi adatto farlo in prossimità della Halvayàh~
Funerale.
C’è una distinzione tra sefarditi
e ashkenaziti. I sefarditi strappano solo la camicia, mentre gli ashkenaziti
anche la giacca se la indossano.
Anche le donne è
opportuno che effettuino lo strappo e lo chiudano subito dopo con una spilla da
balia, ma per evitare problematiche di Tzeni’ut in un’occasione del genere si
usa farlo a casa, e cambiarsi d’abito subito dopo.
Lo strappo si effettua in
piedi, della grandezza di un Tefaçh (8-10 cm) in linea verticale sull’estremità
del vestito vicino al petto. L’uso più comune è cominciare lo strappo con un
utensile come una forbice o un coltello (con la dovuta attenzione), e poi
proseguire con le mani. È comunque possibile effettuarla anche solo con la
forbice o solo con le mani (se non per uno dei genitori per cui si effettua con
le mani).
Chi indossa abiti
pregiati e teme per essi, in base alla norma può cambiarsi d’abito e strappare
un abito di livello più basso.
Durante la Halvayàh
Durante la Halvayàh è
importante evitare di lavorare per onorare il defunto, sicuramente questo è necessario
nella città in cui viene sepolto[4], ma è
importante farlo anche in altri luoghi se e dove possibile (per chi è salariato
invece è un problema farlo se non con il consenso del datore di lavoro).
Se ci sono più di 600.000
ebrei in occasione della Halvayàh, si recita la Berakhàh che si conclude con
“Chakham Arazim”, quando si vedono.
Carne e vino
Per un Talmid Chakham
Muflag Bedorò (eccezionale nella sua generazione) – persino se non è un Gadol
HaDor, si compiono parte delle norme di Aninut (Onen) come evitare di mangiare
carne e bere vino fino alla sepoltura[5], se non
durante Shabbat o altre festività o occasioni in cui è vietato fare atti di
lutto in pubblico – come negli altri casi di Onen.
Norme di lutto
Per un Talmid Chakham
Muflag Bedorò (considerato eccezionale nella sua generazione) – persino se non
è un Gadol HaDor, si compiono le norme di Avelut per almeno una piccola parte
della giornata (per il principio di Miqzat HaYom Kekullò) in cui si sente
della notizia dopo la sepoltura, come camminare senza scarpe di pelle (çhalitzat
na’al) [6],
se non durante Shabbat o altre festività o occasioni in cui è vietato fare atti
di lutto in pubblico – come negli altri casi di Onen. Tra le norme di lutto
troviamo anche sentire musica, evitando preferibilmente almeno
fino all’uscita delle stelle del giorno della sepoltura.
[1] Shut Maharam Mintz ז"ל (99/483),
riportato nel Chazon ‘Ovadiàh Avelut 1:121:2:2.
[2] Vedi meglio nello Shulchan ‘arukh (Yorèh De’àh 340) i dettagli
delle fonti halakhiche.
[3] Shulchan ‘arukh e Ramà ז"ל (Yorèh De’àh 340:7(-8)).
Vedi inoltre Chazon ‘Ovadiàh Avelut 1:226:4(:4).
[4] Vedi Shulchan ‘arukh (Yorèh De’àh 343:1) ואכמ"ל.
[5] Chazon ‘Ovadiàh Avelut 1:120:2.
[6] Chazon ‘Ovadiàh Avelut 1:120:2.
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