La “Mano” di HaShem

La “Mano” di HaShem

Una storia vera che descrive uno dei tanti miracoli quotidiani che ci circondano in quest’ultimo periodo.

 Il seguente racconto è stato scritto da Ehud Shaked nel bollettino “Shulchan HaShabbat”, venerdì scorso, e da allora si è diffuso in tutta la rete.

Questo racconto me lo ha raccontato un mio ex-alunno, che è uno dei comandanti responsabili del complesso “Kippat Barzel” in Israele, scrive Shaked.
Domenica mi ha telefonato ‘X’, uno dei comandanti di Kippat Barzel. Era un mio alunno sei anni fa circa. Ero contento di sentirlo. “Dove si studia Toràh a Ramat Gan?” mi ha chiesto. Mi sono domandato, cosa è successo? Era lontano dall’osservare Toràh e Mizvot!
Sto per essere rilasciato fra qualche mese e voglio cominciare a studiare in Yeshivàh. Ho visto HaQadosh Baruch Hù con i miei occhi!” Ha detto, né più né meno. Gli ho chiesto: “Cosa succede?”
Un missile è stato lanciato da Gaza. Secondo i calcoli accurati di Kippat Barzel, sappiamo dove il missile dovrebbe cadere entro un raggio di duecento metri. Il missile di cui sto parlando doveva cadere o sulle torri Azrieli, nella Caria, o sulle rotaie del treno. Come la vedevi la vedevi, in centinaia potevano pagarla con la propria vita.
Mandiamo il primo missile per abbattere quello lanciato da Gaza, lo manca. Il secondo, lo manca, il terzo – lo manca. È molto raro che accada. Fino ad oggi è accaduto solo due volte. Ero sotto shock. Rimanevano quattro secondi prima di non avere scampo, e il missile sarebbe caduto. Avevamo già comunicato ai servizi di emergenza – le ambulanze, la polizia, i pompieri di arrivare sul posto. Avevamo attivato la procedura di emergenza dei casi di attentato di sabotaggio ostile”.
All’improvviso, senza alcuna pianificazione preventiva del sistema Iron Dome (che calcola le potenziali correnti di vento ecc.), arriva un vento orientale – un vento potente, che non abbiamo idea da dove venga, e manda il missile a occidente dentro al mare. Tutti eravamo sotto shock. Mi sono alzato e ho  cominciato a urlare: “HaShem c’è! HaShem c’è!”.
Ho visto questo miracolo con i miei occhi. Non me l’hanno raccontato, non me l’hanno riportato. Ho visto la “Mano di HaShem” che scaccia il missile in mare. I ragazzi osservanti che si trovavano insieme a me non capivano cosa avesse causato questa mia tempesta, è chiaro che dipende tutto dal Cielo a livello di miracoli. Ovviamene quanto accaduto non è stato dichiarato per motivi di sicurezza (per questo non riportiamo quando sia accaduto), però è sufficiente assistere ai miracoli che qui si vedono di fronte agli occhi riguardo agli innumerevoli missili caduti in ‘territori aperti’ per capire che HaShem c’è”.
Sono corso a riunire i soldati osservanti che prestavano servizio insieme a me in quel luogo e ho chiesto di mettere i Tefillin. Ho preso su di me di cominciare a osservare Shabbat, ed è stato lo Shabbat migliore che ho passato fino ad oggi”. 
Ero molto emozionato, e mi è persino scesa dagli occhi una lacrima di commozione”, scrive Shaked e conclude:
“Complimenti”, gli ho detto. “Che hai avuto il merito di vedere l’accaduto, e che hai avuto il merito di capire che viene da HaShem”.
Le reazioni delle reti sociali sono ribollite per accertarsi che sia vero, e hanno inondato di domande la pagina facebook di Shaked, che ha risposto al meglio delle sue possibilità, senza però poter comunicare particolari personali oltre a quelli scritti nel racconto a causa della sensibilità della questione.



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