In questi giorni troviamo alcune variazioni rispetto alla teffillàh (sefardita sicuramente, quella ashkenazita non ho verificato) di ogni giorno:
- ה' הוא הﭏקים Hashem Hu Ha-Eloqim. Si aggiunge a Shacharit, subito prima di Hashem Melech ה' מלך
- שיר המעלות ממעמקים קראתיך Shir Ha-Ma’alot Mimma’amaqim Qeraticha. Si aggiunge a shacharit subito dopo ישתבח Ishtabbach, prima del קדיש Qaddish. [Trovate la traslitterazione in italiano qui]
- אבינו מלכנו Avinu Malkenu. Si legge subito dopo la ‘amidàh di Shacharit e di Minchàh. Sulla sua lettura durante Shabbat Qodesh ci sono diversi מנהגים Minhaghim ~ usi; ognuno segua il proprio.
- המלך הקדוש Ha-Melech Ha-Qadosh. Nella terza ברכה berakhàh ~ benedizione, che durante l’anno termina con Ha(K)E-L Ha-Qadosh, si varia e si recita Ha-Melech Ha-Qadosh. Chi se lo fosse dimenticato e avesse già iniziato la berakhàh successiva, deve ritornare all’inizio della ‘amidàh; nel caso se lo fosse ricordato entro un periodo di tempo denominato תוך כדי דיבור “Tokh Kedè Dibbur” ~ Entro una parlata che corrisponde al tempo necessario per dire le parole שלום עליך רבי Shalom ‘Alechà Rabbì[1] allora può variare la conclusione.
- המלך המשפט Ha-Melech Ha-Mishpat. Nell’undicesima berakhàh, quella di השיבה שופטינו Hashivah Shofetenu che si conclude durante l’anno con מלך אוהב צדקה ומשפט Melech Ohev Tzedaqàh uMishpat ~ Re Amante di Giustizia e Legge, varia la sua conclusione in Ha-Melech Ha-Mishpat ~ Il Re della Legge. Su questa variazione vale la stessa norma riguardo l’essersene ricordato Tokh Kedè Dibbur, ma nel caso se ne sia scordato dopo un tempo più lungo è presente una מחלוקת machloqet ~ Discussione più ampia, il cui nocciolo è[2] se “Ha-Melech Ha-Mishpat” è (a) incluso nella conclusione di tutto l’anno e quindi non è necessario tornare a ridire la berakhàh, ma è solo una norma a priori oppure (b) viene ad escludere una berakhàh più ampia e quindi è necessario tornare a ripetere. La prima opinione è quella del Ramà, Rabbi Moshè Isserlis ז"ל autore delle aggiunte ashkenazite sullo Shulchan ‘Aruch, mentre la seconda è quella di Maran Rabbenu Yossef Qaro ז"ל autore dello Shulchan ‘Aruch. Anche se per gli ashkenaziti di solito la conclusione è come il Ramà e per i sefaraditi come Maran, in questo caso sorge un dubbio che il Ramà abbia ragione e poiché è un dubbio su una questione di ברכות berakhot ~ benedizioni, si applica il כלל Kellal ~ norma generale di ספק ברכות להקל Safeq Berakhot Lehaqel ~ in caso di dubbio di berakhot si facilita, persino contro l’opinione di Maran. In questo caso il dubbio se si applichi questo Kellal è abbastanza ampio, perché dipende dalla spiegazione del motivo della discussione. Pertanto ci sono Poseqim delle ultime generazioni (Acharonim) che discutono se sia necessario seguire l’opinione di Maran ז"ל e così è l’opinione di Rav ‘Ovadiàh Yossef Shalità, oppure quella del Ramà ז"ל e così è l’opinione di Rabbenu Yossef Chajim ז"ל autore del Ben Ish Chai (fine della parashàh di Nitzavim). Ognuno segua quindi il proprio posseq di riferimento.
- Zokhrenu LeChajim: nella prima berakhàh (Maghen Avraham).
- Mi Khamokhàh: nella seconda berakhàh (Mechayè Ha-Metim).
- Ukhtov LeChajim Tovim: nella diciottesima berakhàh (Modim).
- Uvsefer Chajim: nella diciannovesima berakhàh (Sim Shalom).
Nel caso avesse detto già la parola “Hashem” non può tornare.
C’è chi presenta l’opzione di recitarne parte in un posto differente: l’aggiunta di Mi Khamokhàh essendo lode soltanto è persa sicuramente, ma le altre tre essendo anche richieste è possibile recitarle successivamente: Zochrenu LeChajim nella berakhàh di Shome’a Teffillàh (prima delle parole ומלפניך מלכנו milefanecha Malkenu), e nel caso se ne sia dimenticato l’aggiunga come le altre due aggiunte alla fine della ‘amidàh, prima di “sradicare le gambe” cioè prima di recitare “’Ossè (Ha-)Shalom”.
C’è chi presenta l’opzione di recitarne parte in un posto differente: l’aggiunta di Mi Khamokhàh essendo lode soltanto è persa sicuramente, ma le altre tre essendo anche richieste è possibile recitarle successivamente: Zochrenu LeChajim nella berakhàh di Shome’a Teffillàh (prima delle parole ומלפניך מלכנו milefanecha Malkenu), e nel caso se ne sia dimenticato l’aggiunga come le altre due aggiunte alla fine della ‘amidàh, prima di “sradicare le gambe” cioè prima di recitare “’Ossè (Ha-)Shalom”.
Ultima variazione nell’‘amidàh, presente solo in questa e non anche nel Qaddish, è la seguente:
- עושה השלום ‘Ossè Ha-Shalom: al termine della ‘amidàh anziché ‘Ossè Shalom. La spiegazione base di questo cambiamento è che in questi giorni fa “Shalom” ~ armonia, equilibrio tra Giudizio e Misericordia per eccellenza, ma c’è chi aggiunge che l’aggiunta della lettera ה He porta a formare il nome di un angelo incaricato a scrivere i meriti di Yisrael. In ogni caso nel caso se lo fosse dimenticato non torna a recitare il versetto.
Chatimàh Tovàh
[1] C’è chi sostiene in base ad alcune versioni in Bava Qamma 74b Shalom ‘Alecha Rabbi UMorì. La conclusione di gran parte dei Poseqim sembra comunque essere come ho scritto nel testo principale. E’ importante notare che comunque è una differenza di qualche istante.
[2] Sulla spiegazione della discussione sono presenti varie spiegazioni. Riporto qui una spiegazione semplificata di ciò che ho sentito da Rav Yehudàh ‘Ades Shalità, Rosh Yeshivàh di Qol Ya’aqov a Bait Vagan, Yerushalaim, nella sua Sichàh all’uscita di Rosh Ha-Shanàh (5770).
[2] Sulla spiegazione della discussione sono presenti varie spiegazioni. Riporto qui una spiegazione semplificata di ciò che ho sentito da Rav Yehudàh ‘Ades Shalità, Rosh Yeshivàh di Qol Ya’aqov a Bait Vagan, Yerushalaim, nella sua Sichàh all’uscita di Rosh Ha-Shanàh (5770).
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