Bonjour Finesse!

Tutti quanti da bambini abbiamo sentito papà e mamma che ci hanno detto di non dire parolacce.

Tutti i genitori dicono ai figli di non dire parolacce, stanno attenti che non le sentano a casa, alla televisione, a scuola.

Ognuno secondo quanto riesce a controllare la situazione.

Poi qualcosa cambia...

Perchè quando si è bambini è considerato un MALE dire parolacce e poi addirittura "è bello di brutto", per non utilizzare esclamazioni più volgari?

E' ovvio per tutti che dire le parolacce non sia una cosa corretta.

Spesso lo Yetzer HaR'à, rivestito da società, compagni, abitudine, ci dice che invece è una bella cosa.


Ci sono diversi aspetti per cui è abbastanza sensato smettere (o meglio non iniziare) ad utilizzare un linguaggio scurrile, alcuni più conosciuti, altri meno. Sicuramente non parleremo di tutti i motivi, ma possiamo prenderne in considerazione alcuni:

a. E' logicamente un male dire parolacce. Solitamente il comportamento che ogni genitore vorrebbe dal figlio quando è ancora bambino si avvicina di più alla correttezza. Proprio perchè il bambino è più puro, ogni genitore sano vuole cercare di mantenerlo quanto più a lungo possibile in questo modo. Non c'è molto da obiettare su questo punto.
b. Cosa c'è dietro la parola? Se una persona si mettesse un attimo solo a pensare cosa significa esattamente quella parola, difficilmente la ripeterebbe, almeno per la vergogna. Spesso parliamo di parole di cui molti, pur sapendo il significato, ne intendono un altro. Perchè non utilizzare le parole nel loro vero significato?
c. Ma Che ci perdo? Potrebbe anche essere corretto che è un intrinseco male dire parolacce, che effettivamente sto sporcando la mia bocca dicendo cose di cui se ci ragiono un attimo mi vergogno di averle dette. Ma tanto che ci perdo?

Ci si perdono diverse cose, alcune logiche, altre riportate da fonti; mentre sulle prime oggigiorno forse si può discutere di più, poichè spesso la figura del "bravo ragazzo" è considerata "obsoleta" come minimo, sulle seconde non c'è molto da dire - sono garantite dal Talmud. Abbiamo una mezza facciata di talmud almeno sull' עון של נבלות פה 'avon shel Navlut Peh cioè il peccato di "sporcare la bocca" con parole e concetti poco idonei. Non riporto tutto ciò che dice la ghemarà, ma cito solo un elemento: "Dice Rav Chanan Bar Abbà ... chiunque "sporchi la sua bocca" persino se gli è stato sigillato un גזר דין Ghezar Din ~ Giudizio di 70 anni di cose buone, si trasformano in male", chas veshalom.

Predica? No grazie!
Ora, chas veshalom, nessuno ha intenzione di "fare la predica", non è mai stato lo scopo di nessun post del blog; e tantomeno quello di fare una "politica del terrore", che in campo ebraico dei Chakhamim ז"ל veri e propri che non la approvano, anche SE SPESSO GLI E' STATA MESSA IN BOCCA DA ALTRI, a volte anche in buona fede, ma principalmente in seguito al paragone con politiche del genere utilizzate da altre entità, estranee a quelle ebraiche.

Se vedessimo un bambino che mette le dita nella presa elettrica non lo fermeremmo forse? Ma il bambino non ci vede nulla di male! Anzi, si sta divertendo. Una persona che non lo fermi è considerabile come minimo un irresponsabile, se non quasi un assassino. Perchè? Perchè mettere le dita nella presa elettrica può essere un pericolo mortale.

Come ci sono dei rischi fisici, ci sono anche dei rischi spirituali. Solo che ci sono alcune differenze tra i primi e i secondi:

I primi si vedono spesso subito, con gli occhi "fisici". I secondi possono essere visti solo con occhi "spirituali", che bisogna con il tempo acquisire Be"H. Quindi possono risultare in alcuni casi, almeno per chi non ha ancora acquisito questo genere di vista "sproporzionati".

Ma le cose non stanno così. Ritorniamo ai rischi fisici. Anche questi non sempre si vedono, ma dipendono spesso dalla conoscenza! Vedendo una presa elettrica, sembra innocua, addirittura forse anche invitante (almeno per un bambino) come posto per infilare le dita. D'altra parte chi "sa" che dietro la presa c'è la corrente, e che quest'ultima è pericolosa capisce bene le conseguenze delle cose.

Nessuno sano di mente direbbe che non è "proporzionale" la conseguenza del mettere le dita nella presa con l'azione stessa. Perchè? Perchè tutti sanno che è una diretta conseguenza - ci sono delle leggi della Natura contro cui non si può andare.

Chiaro e corretto. Ciò che spesso rischiamo - chas veshalom - di dimenticare chi ha fissato le leggi della Natura: הקדוש ברוך  הוא HaQadosh Barukh Hu ~ Il Santo Benedetto Egli Sia.  E come ha fissato delle leggi della Natura FISICHE così ci sono delle leggi della Natura SPIRITUALI.

Esattamente come l'elettricità non è possibile vederla se non attraverso modi particolari (per esempio attaccando all'interruttore un apparecchio elettrico, primo tra tutte la lampadina) e l'unico modo per sapere che c'è senza provarlo è studiarlo a sè. Le conseguenze delle azioni spiritualmente funzionano nello stesso modo: non è possibile vederli in modo diretto, a meno che una persona non abbia strumenti particolari, come il Ruach HaQodesh [senza entrare nel merito in dettaglio è forse possibile spiegarlo in poche parole come il collegamento "diretto" con HaQadosh Barukh Hu] o simili. In altri casi bisogna studiarselo... Perchè i chakhamim ז"ל ci rivelano anche le leggi della Natura SPIRITUALI.

Queste leggi della Natura SPIRITUALI hanno una particolarità - sono strumenti per comprendere meglio l'entità delle cose, designate direttamente dal Creatore secondo un principio di Middàh Keneghed Middàh. Il principio di Middàh Keneghed Middàh è solitamente tradotto come principio del contrappasso. Il principio generale consiste nel far sì che le cose che mi circondano si comportino in modo simile al mio, così da darmi la possibilità di comprendere l'entità delle mie azioni, sia nel bene che nel meglio. Se analizzo quindi le conseguenze spirituali delle mie azioni posso comprendere che entità abbiano. Ma proviamo a capire meglio questo importante concetto attraverso la spiegazione della conseguenza del נבלות פה "Navlut Peh" ~ "sporcare la bocca".

Allora ritorniamo al punto...

Abbiamo visto che la ghemarà (Shabbat daf 33 'amud alef) dice "Dice Rav Chanan Bar Abbà ... chiunque "sporchi la sua bocca" persino se gli è stato sigillato un גזר דין Ghezar Din ~ Giudizio di 70 anni di cose buone, si trasformano in male", chas veshalom. Dobbiamo capire - che ragionamento abbiamo qui dietro?

a. Non si parla di un גזר דין Ghezar Din ~ Giudizio in ballo, ma di uno già decretato.

b. Si tratta di 70 anni, quindi quella che può essere tutta la vita di una persona, come s'impara dal libro di Tehillim.

c. Abbiamo una trasformazione in male del Ghezar Din positivo.

Come mai potrebbe essere proporzionale?
Ora cerchiamo di comprendere. Esattamente come l'uomo anche gli animali hanno un נפש Nefesh, livello di base dell'anima. La principale caratteristica per cui l'uomo si distingue dagli animali è il livello spirituale, caratterizzato dalla נשמה Neshamàh. La Neshamàh è un livello di anima che ci permette di formulare discorsi e concetti. Gli animali possono effettuare una שיחה Sichàh ~ una chiacchierata, ma non sono in grado di formulare concetti nuovi ed esprimerli. Quindi la caratteristica principale dell'uomo è la Neshamàh, che consiste nella capacità di parlare effettivamente.

Ora proviamo a considerare quali utilizzi può avere questo incredibile strumento: la parola. Se pensiamo anche al solo sviluppo della civiltà ce ne stupiamo.

Ora possiamo capire che questo strumento può avere un fine superiore. Quello di essere utilizzato per elevarsi e fare del bene all'Uomo stesso e a tutta l'Umanità!

Se utilizziamo questo strumento incredibile  (quello di parlare) per il fine opposto a ciò per cui è stato creato cosa stiamo facendo?

Semplicemente buttiamo via tutto il bene di una vita e lo trasformiamo in male.

Ecco che ora è molto più chiaro perchè c'è una conseguenza così gravosa alla nostra azione (parlare in modo inadeguato dicendo parolacce). Perchè questo è il significato intrinseco dell'azione.

In pratica...

Dopo aver capito quanto sia importante stare attenti a come si usa il proprio linguaggio, è necessario capire che non è facile cambiarlo immediatamente.

In particolare chi è abituato utilizzare una parolaccia come intercalare, ha difficoltà a cambiare.

E' necessario farlo, ma gradualmente.

Un passo alla volta.

Il primo da fare è rendersi conto della situazione e cominciare a capire quali siano i termini da eliminare.

Il secondo è cercare dei termini sostitutivi che non abbiano un'accezione così negativa; se hanno un'associazione fonetica spesso è anche più semplice.

Faccio alcuni esempi: "cavolo", "caspita", "corpo d'una balena", "per mille bombarde" e simili.

Alcune note importanti in brevissima

IMPORTANTE notare che bisogna evitare espressioni che cominciano con "PER..." che solitamente ricordano nomi di forme d'idolatria, che sono vietate da nominare.

IMPORTANTE inoltre sapere che HQB"H non ha lo scopo di punire, ma quello di educare. Quindi se una persona ancora non riesce ad abituarsi immediatamente è un problema, ma fino ad un certo punto. E' VIETATO FARSI SENSI DI COLPA. Non è una cosa ebraica. ED E' NEGATIVA E AUTODISTRUTTIVA. E' una tecnica dello YETZER HAR'A!

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