Havdalàh per gli esenti dal digiuno che cade all'uscita di Shabbat



533.       Esente dal digiuno. Chi è esente dal digiuno, se vuole mangiare è tenuto a recitare prima la havdalàh sul bicchiere di vino o succo d’uva. (Chazon ‘Ovadiàh pag. 348:8) E’ comunque opportuno optare sul succo d’uva (Maamar Mordekhai 28:18) e tra gli ashkenaziti è preferibile l’utilizzo della birra. In tal caso comunque non si recitano i versetti prima della havdalàh, e non si recita neppure la berakhàh sugli odori. Se si è già recitata la berakhàh del fuoco non si recita nuovamente, e così anche nel caso in cui si recita la havdalàh dopo l’ ‘alot hashachar ~ albeggio non si recitano se non la prima e l’ultima berakhàh. (vedi fonti citate) Così anche le donne esenti facciano la havdalàh loro stesse. (vedi Maamar Mordekhai 28:20) In tal caso possono far uscire dall’obbligo anche gli uomini e non necessitano di ripetere la havdalàh all’uscita del digiuno. (vedi Qobetz Dinim 7:14)
534.       Chi ha già fatto/sentito la havdalàh sul vino. Chi ha già fatto/sentito la Havdalàh sul vino, è già uscito dall’obbligo, quindi non deve ripeterla. (vedi Chazon ‘Ovadiàh 351)

Tratto dalle norme di Tish'a BeAv che cade di Shabbat, consultabile e scaricabile gratuitamente su:
 https://docs.google.com/open?id=0B52hzyLwCa5FT01Yc3FMYThGS00

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